Oggi vi parlo di una tecnica di coaching su cui potete iniziare ad allenarvi per utilizzarla per migliorare le relazioni con le persone e per aiutarle nella loro crescita personale.
Le domande sono lo strumento principale del coach che le usa per stimolare la crescita di una persona. Hanno il potere di attivare pensieri e riflessioni diverse da quelle che normalmente siamo abituati fare. Tutti i giorni parlando con gli atri facciamo domande per chiedere chiarimenti e comprendere meglio la situazione che ci è esposta, per curiosità, oppure per interesse verso la persona.
Con esse possiamo aiutare i nostri figli, familiari o amici a raggiungere un obiettivo, a superare un ostacolo, a vedere nuove alternative per una situazione difficile o anche per cambiare dei comportamenti.
Leggendo il libro Becoming di Michele Obama mi ha colpito come lei raccontasse di come i suoi genitori non imposero mai a lei e a suo fratello un orario di rientro notturno. Essi chiedevano ai figli: quale orario ritieni sia più appropriato per il tuo rientro? È un perfetto esempio di domanda aperta, che permette all’altra persona di fare un ragionamento e di prendersi la responsabilità della sua risposta stimolando la crescita personale.
Possiamo utilizzarle nel lavoro con i nostri colleghi, con i nostri superiori. L’uso attento delle domande ci può esse di supporto nel migliorare la comunicazione, per trovare nuove modalità lavorative, per comprendere procedure usate dagli altri o per affiancare e formare nuovi colleghi. Io stessa, nell’ultima esperienza lavorativa, ho utilizzato domane e feedback con i nuovi colleghi arrivati nel mio ufficio per accompagnarli nell’appredimento dei processi lavorativi.
Le domande come strumento!
In questo momento così difficile le domande possono aiutare gli altri o noi stessi a capire cosa c’è dietro la paura che ci tiene bloccati ed in attesa.
A riscoprire la nostra abbondanza e noi stessi.
A comprendere cosa vogliamo realizzare per essere pronti per la ripartenza alla fine delle restrizioni, come ad esempio approfondire una materia che ci interessa, migliorare come cuoche, essere più creative, riprendere vecchi hobby che ci piacevano tanto e così via. Possiamo anche accorgerci che a noi va bene rimanere in uno stato di attesa, rispettando alla lettera le regole che ci sono state imposte. Ognuno prende le proprie decisioni in base ai propri desideri.
Le domande hanno il potere di allenare le persone a scoprire sé stesse nel profondo, a capire cosa è importante per loro e a prendere decisioni. Dichiarare agli altri le proprie risposte ci aiuta a prendere coscienza di noi stessi, dei nostri pensieri e dei nostri valori.
Dagli studi di coaching sappiamo che si ottengono maggiori cambiamenti dando alle persone delle possibilità e delle aperture rispetto al dare imperativi o indicazioni da seguire.
I nostri comportamenti, azioni, pensieri e giudizi sono determinati dalle nostre convinzioni, dalla cultura, dall’educazione ricevuta, dalle nostre abitudini ed esperienze passate. A volte il tutto ci impedisce di vedere soluzioni diverse da quelle che usiamo normalmente, ci fanno rimanere nella stessa situazione perché pensiamo che non ci sia un’altra via di uscita o possibilità.
Le domande aprono a nuove prospettive!
Con le domande possiamo andare oltre al nostro modo di essere, di vedere le cose ed i problemi. In questo periodo possiamo utilizzarle per aiutare i nostri cari, ma anche farci aiutare da loro, per superare questo periodo di difficoltà. Una celebre frase di Einstein dice: “non si può risolvere un problema con la stessa mentalità che l’ha generato”
Le domande chiuse prevedono come risposta un sì oppure un no, non sono indicate per creare un’apertura mentale e a guardare le cose da un’altra prospettiva.
Il perché interrogativo sarebbe da evitare, in quanto pone chi lo sente in una posizione di giustificazione o di difesa, per cui non giova al nostro scopo di aiuto dell’altro.
Le domande aperte stimolano la ri-scoperta, la crescita, il ricercare possibilità o idee alternative. Esse richiedono una riflessione più o meno ampia e la formulazione di un pensiero prima di dare la risposta. Sono quelle iniziano con: quale/i – cosa potresti fare – cosa potresti dire – quali sono / quale è – cosa – in che modo – chi potrebbe aiutarti – e via discorrendo. Ecco alcuni esempi: quale qulità in cui sei bravo/a ti può essere utile per …. ? chi potrebbe aiutarti a/nel …… ? oltre a quello che normalmente fai, cosa potresti fare di diverso? in che modo ….? cosa pensi dovrebbe …..? da quale altra prospettiva potresti …..? cosa ti preoccupa? cosa ti convince …? quali sono i dubbi che hai in proposito a …? quali sono le opportunità …..?
Permettono di portare alla luce i valori importanti ed essenziali per la persona. Con le domande possiamo accompagnare l’altro a guardarsi dentro, a riflettere sulle sue vere motivazioni. Aiutarlo a fare un passo verso il suo sviluppo personale o professionale. Possiamo stimolare la ricerca dentro di sé di soluzioni, talenti, modi di fare o di vedere, diversi da quelli che normalmente sono applicati nella sua vita quotidiana.
L’ascolto attivo!
Per poter funzionare al meglio le domande devono essere affiancate dall’ascolto attivo. Quest’ultimo non è rivolto alla semplice curiosità personale che soddisfa noi stessi. Molto spesso ascoltiamo in modo superficiale oppure interrompiamo le persone mentre parlano per dare le nostre interpretazioni o consigli spesso non richiesti. Rispondiamo senza lasciare il tempo all’altro di finire la domanda e questo lo facciamo per difenderci o giustificarci anche se non ci viene richiesto.
L’ascolto attivo è il frutto di una completa attenzione verso l’altra persona che vogliamo aiutare, non prevede l’interruzione mentre parla e non considera il nostro giudizio. È un ascolto rivolto al bene dell’altro.
E tu, quanto sei abituato ad ascoltare in modo attento, dedicato e senza giudizio? Cosa scegli di fare ora per migliorarti nell’ascolto dell’altro?
Le domande e l’ascolto attivo sono tecniche di coaching utili sia nella vita privata che lavorativa. In questo periodo di maggior tempo possiamo iniziare ad allenarci nel porle per essere noi stessi un po’ più ricchi e magari essere più pronti verso l’altro al momento della ripresa.
Spero che questo piccolo articolo possa essere uno stimolo e spingerti a sperimentare queste tecniche di coaching e a verificarne gli effetti.