Dalle Olimpiadi di Tokio 2020 abbiamo appreso che gli atleti sono prima di tutto delle persone con il loro vissuto, con i loro bisogni, necessità, gioie e dolori. Anche loro cercano di bilanciare al meglio la loro vita privata con il loro lavoro di atleti e, come per tutti, non è né facile né scontato.
Per loro essere atleti è oltre che vivere la propria passione appieno, anche un lavoro a cui vengono richieste prestazioni eccellenti e risultati.
Gli atleti e le atlete
Abbiamo assistito allo stop di atleti/e dovuti allo stress. Riconosciuto dopo essersi ascoltati/e ed aver dato priorità alle loro necessità e bisogni. A delusioni. A vittorie inaspettate.
Si preparano per dare sempre il meglio di loro, affinando la loro preparazione fisica e mentale per arrivare pronti agli appuntamenti importanti.
Hanno lottato e faticato per mantenere alto il livello motivazionale durante il periodo della pandemia. La fantasia ha permesso di ideare modi alternativi di allenare mente e fisico. Hanno rivisto obiettivi a medio e lungo termine e se necessario hanno modificato la strategia per raggiungere ciò che desiderano.
Le squadre
Abbiamo assistito a squadre che hanno disatteso prima di tutto le loro aspettative e poi quelle di noi tifosi.
Dopo poco tempo abbiamo visto rinascite e rivincite di atleti ed atlete.
Hanno saputo imparare dalla sconfitta. Metabolizzarla ed afferrarne il buono e ripartire d lì, mettendo in atto apprendimenti acquisiti nel tempo con fatica ed impegno.
Spesso si pensa che un team sportivo possa essere vincente con la sola azione di mettere in campo gli atleti più bravi in quello sport. Questo non è sempre vero. Un team dà il meglio di sé quando le persone riescono a creare fra loro uno spirito di squadra, di collaborazione e di sostegno reciproco.
Spiriti di squadra rinati grazie alla sostituzione di alcuni atlete/atleti, che hanno contribuito con la loro spavalderia, allegria e coraggio a creare un nuovo spirito di gruppo.
Scelte sicuramente non facili da parte degli allenatori che hanno dovuto analizzare la personalità di ogni atleta per valutare chi con le loro caratteristiche e personalità fosse funzionale al gruppo. Ciò ha portato a rivedere gli obiettivi di squadra e a ri-concordarli fra tutti. Di conseguenza atleti ed atlete hanno dovuto rivedere o confermare quelli personali.
Ogni persona ha i propri obiettivi, bisogni e personalità che devono essere bilanciati con quello collettivo
L’importanza dell’obiettivo condiviso
Per un team sportivo (come per un team aziendale) è importante che ogni atleta condivida e senta suo l’obiettivo del gruppo accordandolo con i suoi valori ed il suo scopo personale.
In questo modo ogni atleta contribuirà con la propria strategia, le proprie qualità e talenti al suo raggiungimento. Sarà capace di adeguare la propria prestazione in base all’evolversi delle situazioni che si presentano, e ad essere di supporto l’un l’altro nel superare le difficoltà.
Il poco tempo ha spinto atleti ed atlete a trovare una nuova sintonia fra di loro, nuovi ruoli personali e a guardarsi dentro per capire come dare il meglio di sé a servizio degli altri e dell’obiettivo di gruppo.
Il mettersi in gioco permette loro di individuare gli ostacoli interni formati da pensieri limitanti, giudizi, pattern che li ostacolano ne raggiungimento di ciò che desiderano. Decidendo, poi, come superarli.
La chiarezza della comunicazione, la condivisione e l’accettazione da parte di tutti dello stesso obiettivo permette al gruppo di andare nella stessa direzione eliminando quelle forze distorsive, che altrimenti ostacolerebbero il funzionamento della squadra.
Questo ha permesso di creare un team allineato nel muoversi in un’unica direzione e capace di trovare le risorse per affrontare e superare i momenti difficili in partita.
Lo sport è la replica gioiosa di come raggiungere gli obiettivi nella vita privata o lavorativa